Non è cosa insolita avvertire il fastidio di residui alimentari intrappolati tra i denti dopo aver fatto un’otturazione in composito proprio in quella zona. Il ristagno di cibo fra i denti è un’evenienza assai sgradevole perché costringe al continuo uso di filo interdentale (nella migliore delle ipotesi) o di altri strumenti meno consigliabili come lo stuzzicadenti, a volte senza neanche grossi successi. Spesso si ha la sensazione di dolore gengivale e di alito cattivo fino a che non si organizza una vera e propria infiammazione della gengiva in quel punto. Ecco perchè la ricostruzione di un dente che abbia perso la sua integrità proprio nella zona interprossimale (tra un dente e un altro) non è cosa da poco e merita un approccio attento e scrupoloso.
Le cause strutturali che determinano un problema nel punto di contatto tra i denti sono di due tipi:
1- il punto di contatto tra i denti è inesistente, cioè le pareti dei due denti contigui non si toccano, resta uno spazio anche millimetrico, ma sufficiente ad innescare la sequela di fastidi descritti sopra;
2- il punto di contatto è troppo stretto, o addirittura il più delle volte il dente ricostruito è un tutt’uno con quello accanto.
In entrambi i casi, non è stata rispettata la normale anatomia dentale e la papilla gengivale va in sofferenza.
La risoluzione del problema richiede il rifacimento della ricostruzione nel rigido rispetto dei parametri anatomici e strutturali del dente, differenti a seconda del dente interessato: il punto di contatto tra due incisivi infatti, è profondamente diverso per forma e funzione da quello tra due molari.

Per la ricostruzione delle pareti laterali di un dente si usano delle matrici metalliche che hanno la stessa forma curva del dente stesso
Il punto di contatto è una piccola superficie di contatto tra le pareti convesse di due denti contigui che serve a proteggere la papilla sottostante dall’impatto masticatorio con il cibo e contemporaneamente a farlo defluire sulla superficie masticatoria dei denti per essere triturato. E’ il risultato dell’incontro di due superfici convesse, e non piatte come spesso accade, per questo motivo anche la strumentazione utilizzata dal dentista riflette lo scopo ultimo dell’operato stesso.
Uno dei modi più semplici per verificare la bontà del punto di contatto, è la prova del filo interdentale: se al passaggio del filo interdentale questo tende a sfilacciarsi, vuol dire che sono presenti delle irregolarità che prima o poi daranno fastidio.